L’Italia è l’unico paese dell’Unione Europea che, fino ad oggi, ha introdotto l’obbligo generalizzato alla fatturazione elettronica.
La scelta deriva dalla particolare situazione del paese che, rispetto agli altri Stati europei, ha una particolare relazione con l’evasione fiscale.
L’obbligo generalizzato in Italia è stato introdotto dapprima fino al 2021, grazie a una specifica autorizzazione ricevuta dall’Unione Europea, che è stato già estesa al prossimo triennio, periodo nel quale, con ogni probabilità, l’adempimento telematico investirà anche a quelle poche tipologie di contribuenti, come i forfettari, oggi ancora esentati.
L’esperimento italiano va inserito nel più ampio contesto del sistema di fatturazione europeo, dato che l’IVA, l’imposta da cui l’adempimento della fatturazione discende, è una imposta armonizzata a livello unionale.
In Unione Europea esiste già una sorta di fatturazione elettronica generalizzata, quella prevista fin dal 2019 per gli appalti pubblici; e da alcuni anni in UE è iniziata una operazione, più che di riforma, di ammodernamento dell’IVA, nel contesto del quale vanno inserite anche le novellate regole relative alle vendite a distanza intra-UE nei confronti dei consumatori, che utilizzano il nuovo Regime One Stop Shop, abbreviato in OSS.
In considerazione del fatto che le riforme programmate in attuazione dei singoli PNRR potrebbero portare altri paesi ad introdurre un sistema telematico di fatturazione obbligatoria, sembrerebbe che la Commissione Europea, dato che l’IVA è una imposta armonizzata, voglia evitare la frammentazione dei sistemi telematici nazionali, che potrebbero risultare incompatibili tra loro.
In considerazione di ciò, sembra che la Commissione Europea stia preparando una direttiva di digitalizzazione dell’IVA, che dovrebbe traghettare l’Imposta sul Valore Aggiunto nell’era telematica, e che dovrebbe strutturarsi su un programma di ammodernamento in quattro punti:
- obbligo di fatturazione elettronica;
- conseguente digitalizzazione della Dichiarazione IVA;
- nuovo trattamento IVA per le piattaforme digitali;
- registrazione unica europea per l’IVA.
Entro la fine del 2021 sembra sia prevista una consultazione pubblica sulle tematiche oggetto d’attenzione e nel 2022 dovrebbe arrivare l’effettiva proposta di direttiva.