“Il sole 24 Ore” –di C. Dell’Oste e G. Parente 26 novembre 2018
Anche senza proroga, dal 1° gennaio dell’anno prossimo cinque partite Iva su dieci non saranno obbligate a emettere fatture elettroniche. Tra l’allargamento del regime forfettario, i soggetti che fanno solo scontrini e le esclusioni ora in discussione in Parlamento, l’obbligo riguarderà metà dei 5,8 milioni di titolari di partita Iva (imprenditori individuali, professionisti, società ed enti non commerciali). Gli esclusi, comunque, non dovranno disinteressarsi completamente del nuovo obbligo, perché potranno comunque trovarsi a ricevere fatture elettroniche dai propri fornitori.
FISCO 09 novembre 2018 Fattura elettronica tra privati: cosa cambia con l’obbligo dal 2019 I primi a evitare la e-fattura sono i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e i vecchi minimi (circa 935mila titolari di partita Iva, in base agli ultimi dati). Ed è un insieme che potrebbe crescere fino a 1,5 milioni con l’innalzamento della soglia d’accesso a 65mila euro di ricavi, previsto nel disegno di legge di Bilancio per il 2019. Del resto, le ultime statistiche fiscali (anno d’imposta 2016) dicono che nella fascia di giro d’affari tra i 30 e i 65mila euro ci sono 909mila contribuenti. Gli emendamenti in commissione al Senato Il terzo fronte di limitazioni arriverà dal Parlamento. Il primo banco di prova è previsto con la commissione Finanze chiamata a completare l’esame degli emendamenti accantonati la scorsa settimana. Due emendamenti del relatore Emilano Fenu (M5S) sono stati approvati: niente fattura elettronica per medici e farmacisti per il 2019, per venire incontro ad alcuni dei rilievi del Garante della privacy ed esonero per le società sportive dilettantistiche che non abbiano incassato proventi oltre 65mila euro, come per chi aderisce al regime forfettario. Un altro punto importante su cui i senatori prenderanno una decisione è l’estensione fino a fine settembre della moratoria sulle sanzioni per chi non si adeguerà all’obbligo di fatturazione elettronica tra privati. Al momento, il periodo di salvaguardia introdotto dal decreto fiscale si ferma al 30 giugno. Ciò che non pare in discussione, almeno per ora, è la data di debutto del nuovo obbligo (1° gennaio 2019). Anche perché alla fattura elettronica sono legati 1,97 miliardi di euro di maggiori entrate da contrasto all’evasione Iva nel 2019.