Cartelle, dopo il mini-rinvio si fa largo la rottamazione
Il mini-rinvio al 31 gennaio per notifiche e termini di versamento delle cartelle deciso dal Dl 3/2021 – pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 15 gennaio – è solo la prima parte del capitolo riscossione. Nel cantiere del decreto Ristori 5 sono destinate a entrare le misure di definizione agevolate con cui si punta a ridurre la pressione su cittadini e imprese, già finanziariamente piegati dalla crisi collegata al Covid, e allo stesso tempo trovare una soluzione all’emergenza cartelle e accertamenti prodotta dal carosello delle sospensioni.
In pratica, si lavora a una nuova rottamazione (e sarebbe la quarta in ordine di tempo) che consenta ai contribuenti di regolare i conti senza l’aggravio di sanzioni e interessi di mora. Una sanatoria che potrebbe riguardare i ruoli relativi agli anni 2018 e 2019, proseguendo così la strada della precedente edizione che si era fermata al 2017. I nodi da sciogliere e le valutazioni da fare sono diversi. In primo luogo, bisognerà capire come potranno essere gestite le cartelle sospese dall’8 marzo 2020. Un passaggio chiave per smaltire l’enorme arretrato accumulatosi nello scorso anno. Va, infatti, ricordato che le precedenti rottamazioni considerano i carichi affidati e in questo modo nella nuova definizione agevolata potrebbero rientrare carichi relativi ad anni precedenti che fanno parte della montagna di 34 milioni di cartelle congelate lo scorso anno a causa della pandemia. In secondo luogo, va chiarito come i contribuenti potranno venire a conoscenza delle pendenze con Agenzia Entrate Riscossione (Ader) non avendo ancora ricevuto le cartelle. Infine, va definito il perimetro dei soggetti potenzialmente ammessi: più volte nei mesi scorsi la viceministro all’Economia, Laura Castelli, aveva ipotizzato una riammissione dei decaduti, ossia di chi avendo saltato anche una rata era stato estromesso. Ma qui l’incognita maggiore è rappresentata dal non vanificare l’eventuale gettito in arrivo dalle rate 2020 della vecchia rottamazione spostate tutte alla scadenza del 1° marzo 2021.
Il Dl 3/2021 serve proprio ad avere il tempo necessario per definire, al netto degli sviluppi della crisi politica, i dettagli della nuova definizione agevolata. Ma non solo, perché i deputati del M5S delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno annunciato di star lavorando a « un piano che, all’interno del Dl Ristori 5, possa comprendere un’altra proroga, un successivo scaglionamento degli invii, la possibilità di ulteriori rateizzazioni e una nuova ipotesi di definizione agevolata».
Al momento di certo c’è che i tre articoli del Dl prevedono la sospensione delle notifiche dei 50 milioni di atti (tra avvisi e cartelle) e il rinvio di un mese delle scadenze di versamento e dichiarazione della digital tax (si veda l’articolo in pagina). Slittano, infatti, tutti gli atti di accertamento, contestazione, erogazione delle sanzioni, recupero dei crediti d’imposta, liquidazione e rettifica: il Fisco potrà inviarli ai contribuenti tra il 1° febbraio 2021 e il 31 gennaio 2022. Stesso discorso anche per gli avvisi bonari, che potranno arrivare dal 1° febbraio ed essere recapitati fino al 31 gennaio 2022.
Sul fronte delle cartelle, non sono sospese solo le notifiche fino al termine di gennaio ma anche i versamenti dovuti che quindi dovranno essere recuperati entro il 1° marzo 2021.
Link utili
Ok al ravvedimento fino alla notifica dell’atto impositivo – di Laura Ambrosi
Il Dl estende ai rimanenti giorni di gennaio anche lo stop a pignoramenti di stipendi e pensioni e all’obbligo per le pubbliche amministrazioni di verificare la presenza di debiti iscritti a ruolo oltre i 5mila euro prima di liquidare i propri fornitori.
Nessuna proroga, invece, per i versamenti in scadenza lunedì 18 gennaio anche per chi è appena entrato in zona arancione o rossa: data entro la quale alle scadenze ordinarie di Iva, ritenute e contributi si aggiunge anche la prima rata del secondo 50% dei versamenti tributari sospesi da marzo a maggio 2020.