Per i soggetti che hanno in programma un investimento in beni strumentali, ma non riescono a eseguirlo (né a prenotarlo), entro il 2022 si prospetta l’azzeramento delle agevolazioni se parliamo di beni strumentali materiali o immateriali non 4.0. In base alla legislazione attuale, resterà solo l’agevolazione del patent box (incremento figurativo del 110% del costo) riferita alle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla creazione di beni immateriali riconducibili a software protetti da copyright, brevetti depositati, disegni e modelli.
Beni materiali e immateriali 4.0 acquisiti dal 2023
Il credito d’imposta “sopravvive” anche per i beni materiali e immateriali 4.0 acquisiti dal 2023 in poi, ma tende a decrescere.
Più precisamente, se parliamo di beni strumentali materiali, l’acquisto tra il 2023 e il 2025 (con finestra temporale “allargata” al 2026) determina un tax credit del 20% (progressivamente decrescente per investimenti che superano 2,5 milioni di euro, per arrivare al 5% per quelli il cui costo è compreso tra 10 e 20 milioni). Invece, per i beni immateriali 4.0 acquisiti dopo il 2022 e fino al 31 dicembre 2023, il credito è del 20%; e se l’acquisto avviene nel 2024 o nel 2025, la misura decresce rispettivamente al 15 e 10 per cento.
La consegna ultima del bene immateriale potrà avvenire al 30 giugno 2026, con le citate condizioni previste per la prenotazione del bene. Oltre questa data, ad oggi non sono previste agevolazioni sull’acquisto di beni strumentali 4.0.