Atteso da quasi otto mesi, il Fondo per l’imprenditoria femminile ha finalmente regole e procedure. Il decreto attuativo, previsto dalla legge di bilancio 2021, è stato firmato dal ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e ha ottenuto il concerto del ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti. Dopo aver recepito una serie di osservazioni del ministero dell’Economia il testo è ora alla firma anche del ministro Daniele Franco, poi andrà alla Corte dei Conti. Sono disponibili da subito 40 milioni, successivamente il “Fondo Impresa Donna” potrà essere integrato con i 400 milioni previsti per la creazione di aziende guidate da donne dalla missione “Inclusione e coesione” del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La bozza del decreto di 21 articoli divide gli interventi per le imprese femminili in tre assi: ai primi due – nascita e consolidamento – sono assegnati 32,5 milioni; al terzo, diffusione della cultura imprenditoriale e formazione, 6,2 milioni; mentre 1,3 milioni sono destinati alla gestione della misura affidata a Invitalia. Il mix di aiuti, tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, si rivolge a quattro categorie di beneficiari: cooperative e società di persone con ameno il 60% di donne socie; società di capitale con quote e componenti di cda per almeno due terzi di donne; imprese individuali la cui titolare è una donna; lavoratrici autonome. Sono ammesse attività nei settori dell’industria,dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio e del turismo, per programmi di investimento da realizzare entro due anni e con un tetto di spese ammissibili fissato a 250mila euro per nuove imprese e a 400mila euro per quelle già esistenti.
Un successivo provvedimento dello Sviluppo economico fisserà la data di partenza delle domande, che andranno presentate online attraverso la piattaforma di Invitalia e poi valutate secondo l’ordine di presentazione con un esame di merito che considera vari criteri dal progetto imprenditoriale alle potenzialità del mercato di riferimento. La sede legale e/o operativa dell’impresa, costituita da meno di un anno, deve essere collocata in Italia e sono ammesse anche le persone fisiche che intendono avviare l’attività purché, entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda, documentino l’avvenuta costituzione.
Le agevolazioni sono differenziate tra nascita e consolidamento dell’impresa. Nella prima situazione si tratta di contributi a fondo perduto che, entro spese ammissibili di 100mila euro, coprono l’80% fino a 50mila euro. Per le donne disoccupate la percentuale massima di copertura sale al 90%. Se il programma prevede invece spese oltre 100mila euro e fino a 250mila euro, la copertura scende al 50%. Nel secondo caso, quindi il consolidamento, per le imprese costituite da almeno un anno e massimo tre le agevolazioni si presentano per il 50% come fondo perduto e per un altro 50% come finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero, fino all’80% delle spese ammissibili. Se invece l’impresa ha più di tre anni le spese di capitale circolante sono agevolate solo con il fondo perduto, quelle di investimento anche con il finanziamento agevolato. Previsto anche un voucher fino a 5mila euro per impresa da spendere in assistenza tecnica e di gestione dell’impresa (di cui 3mila euro per servizi di Invitalia).
Gli incentivi sono concessi con il regime di esenzione delle regole sugli aiuti di Stato se le imprese hanno i requisiti del regolamento europeo Gber, altrimenti secondo i limiti del “de minimis. C’è la cumulabilità con altri aiuti di Stato.