Si tratta di un condono solo per mini cartelle, infatti Il limite dei 5mila euro oggetto della cancellazione automatica sarà valutato non in relazione al valore complessivo della cartella ma dei singoli carichi. Per esempio, se una cartella è composta da più partite relative rispettivamente a sanzioni per violazioni del Codice della strada (multe stradali) per 3mila euro e contestazioni per imposte locali per 4mila euro, potrebbe comunque scattare – in presenza degli altri requisiti – la cancellazione automatica anche se il valore complessivo è pari a 7mila euro.
È uno dei chiarimenti della circolare 11/E firmata il 24 settembre dal direttore delle Entrate, sullo stralcio dei debiti che, al 23 marzo 2021, avevano un importo residuo fino a 5mila euro, affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. Una sanatoria prevista dal primo decreto Sostegni (articolo 4 del Dl 41/2021) e riservata ai contribuenti sia persone fisiche che società di capitali, società di persone, enti non commerciali, che hanno conseguito un reddito imponibile fino a 30mila euro nel 2019 .
Con il condono si procederà alla cancellazione entro il 31 ottobre. Lo stralcio automatico che, seguendo le ricostruzioni della relazione tecnica al decreto Sostegni, interessa una platea di 2,5 milioni di contribuenti interesserà un numero di cartelle cancellate pari a quasi 16 milioni di euro. Attenzione, però. Come precisa la circolare, la Riscossione «provvede in autonomia allo stralcio senza inviare alcuna comunicazione» al contribuente, che potrà scoprirlo consultando la propria situazione con le modalità messe a disposizione dal concessionario, a cominciare dalla propria area riservata sul sito.
Intanto continua il pressing della politica da un lato per un’ulteriore sospensione dei termini di notifica e di pagamento e dall’altro per una rottamazione quater – rilanciata anche dalla viceministra all’Economia Laura Castelli (M5S) – o almeno una remissione in bonis di chi non ha pagato durante la pandemia. Nella maggioranza il Movimento 5 Stelle, con il capogruppo in commissione Finanze al Senato Emiliano Fenu, chiede al Governo di concedere 60 giorni in più ai contribuenti che entro il 30 settembre dovranno saldare il conto delle rate sospese durante la lunga sospensione a causa della pandemia (8 marzo 2020-31 agosto 2021).Ma la prospettiva più ampia è quella di arrivare a una pulizia sistematica e strutturale degli importi inesigibili. Quest’ultimo intervento è possibile solo con la riforma della riscossione, i cui principi generali potrebbero essere inseriti nel Ddl di delega fiscale ma che poi potrebbe essere anticipata nella legge di Bilancio. E quella potrebbe essere anche la sede in cui trovare le risorse necessarie a S superare il meccanismo dell’aggio.