Bonus Sud e beni strumentali cumulabili: investimenti ad alta convenienza fiscale
È un mix di agevolazioni da valutare quello che emerge della legge di Bilancio per il 2021 (legge 178/2020). Con un incrocio, infatti, il contestuale rinnovo del bonus per gli investimenti nel Mezzogiorno (articolo 1, commi 171 e 172) e del credito d’imposta per gli investimenti (articolo 1, commi 1054-1058) trasforma gli investimenti operati nel 2021 nel Mezzogiorno in una opportunità da sfruttare.
Da un lato, infatti, la proroga per il biennio 2021-2022 dell’incentivo previsto dall’articolo 1, commi da 98 a 108, della legge 208/2015 (bonus per il Mezzogiorno), consente il riconoscimento di un credito d’imposta proporzionale ai nuovi investimenti in beni strumentali da realizzarsi nelle regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise e Abruzzo.
Il bonus è attribuito nella misura pari al 45% nel caso di piccole imprese, del 35% per le medie e del 25% per quelle di grandi dimensioni. Per il Molise e l’Abruzzo, invece, le percentuali di aiuto sono ridotte rispettivamente al 30%, al 20% e al 10 per cento.
Gli investimenti oggetto di agevolazione possono consistere in macchinari, impianti e attrezzature, nuovi di fabbrica, da destinarsi a strutture produttive già esistenti o da impiantare nei territori agevolabili.
È possibile anche il ricorso alla locazione finanziaria. In questo caso, il contratto deve contemplare l’opzione di acquisto finale del bene a favore dell’utilizzatore.
Dall’altro, invece, è disposta la proroga per il 2021 dei bonus introdotti dalla legge 232/2016 e ripresi nella legge di Bilancio per il 2020 (articolo 1, comma 192, della legge 160/2019). In questo caso, per gli investimenti fino a 2 milioni di euro in beni materiali che non rientrano nell’allegato A alla norma (beni non funzionali alla logica sottesa da Industria 4.0), è possibile fruire di una percentuale di credito del 10 per cento. Di contro, per i beni materiali che rientrano nell’allegato A, la percentuale di credito sale fino al 50% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 30% per quelli compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro e al 10% per quelli tra 10 e 20 milioni di euro.
L’agevolazione è confermata anche nel 2022, con percentuali che, nel primo caso, scendono al 6% e, nel secondo, rispettivamente al 40%, al 20% e al 10 per cento.
Le due norme forniscono un mix irrinunciabile di agevolazioni, atteso che il Fisco, nella risposta ad interpello 360/2020 ha chiarito che i due bonus sono perfettamente cumulabili tra loro, purché ciò avvenga entro il limite massimo del costo sopportato.
Nel documento di prassi, infatti, l’Amministrazione Finanziaria affronta proprio il quesito sulla possibilità di abbinare il bonus per il Mezzogiorno con quello della scorsa legge di Bilancio, funzionale alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato. Pronunciandosi a favore del cumulo, l’agenzia delle Entrate ha solo escluso l’eventualità in cui il cumulo dei due benefici porti a godere di un incentivo netto che sia superiore al costo sopportato dall’impresa per acquisire il bene strumentale.
A conti fatti, quindi, un investimento nel Mezzogiorno operato nel 2021 può portare in dote un bonus fino al 95% del costo di acquisto. Occasione irrinunciabile, appunto.